Eurispes e Consorzio Nazionale di Tutela della Canapa Italiana, insieme per la ricerca scientifica sul “limite drogante”
Scelto il partner per avviare un’analisi piena e con numeri certi, notizia divulgata da CSI-Associazione Canapa Sativa Italia. Eurispes e Consorzio Nazionale di Tutela della Canapa Italiana hanno dato vita a un binomio per far luce su aspetti vitali riguardanti la filiera della Canapa.
L’Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali/Istituto di Ricerca degli Italiani (link Eurispes) è ufficialmente il titolare del progetto di studio voluto dal Consorzio per determinare diversi aspetti legati alla Canapa Sativa L. la derivata Cannabis Light e tutti gli altri prodotti per fotografare proprietà, capacità nutraceutiche e tutti gli altri aspetti a cominciare dal fatidico “effetto drogante” richiamato anche dalla sentenza emanata dalla Cassazione il 30 maggio 2019 (leggi a questo link).
Per questa ricerca l’Eurispes coordina il Centro Antidoping di Torino insieme a tossicologi forensi e ad accademici di diversi atenei: occorre la massima accuratezza per dare dimensioni all’effetto drogante, se e quando presente, mettendo nero su bianco i limiti in termini assoluti e in percentuali.
Il tutto deve servire anche per illuminare un quadro oggi fatto di troppi chiari e scuri soprattutto nel quadro normativo definito come “ambiguo groviglio”.
Come ulteriore sottolineatura riferendosi alla legge 242 del 2016 e alla situazione pratica di oggi, il testo dice chiaramente che nell’ambito di questa spinta ambiguità-incompletezza, “il commercio al pubblico di foglie, resina, oli e infiorescenze non è disciplinato dalla suddetta legge e integra un reato ai sensi del Testo unico sulle droghe (articolo 73 commi 1 e 4, DpR 309/1990). La Cassazione, però, richiama anche al principio dell’assenza di proprietà psicoattive dei prodotti venduti, senza però individuare una soglia massima di principio attivo (THC). Allora ecco che si dovrà dimostrare, caso per caso, che i prodotti non abbiano efficacia stupefacente e, dato che non viene indicata nessuna nuova soglia, dovrebbe permanere il principio, ormai assodato, dello 0,5% di concentrazione di THC“.
Gli obiettivi della ricerca Eurispes e Consorzio Nazionale di Tutela della Canapa Italiana
Nel testo dell’intesa tra Consorzio e Istituto di Ricerca degli Italiani, i punti sono elencati con chiarezza. “Il modello di ricerca proposto dall’Eurispes – sta scritto nella definizione dello studio – è finalizzato alla realizzazione di un impianto analitico in grado di prendere in esame esaustivamente la filiera produttiva e distributiva della canapa in Italia, le sue dimensioni, i volumi economici e le prospettive di sviluppo“.
Diversi gli obiettivi che Eurispes vuole raggiungere mettendo in campo diverse metodologie tecnico-applicative insieme all’assetto teorico-culturale della ricerca:
- realizzare un quadro accurato delle dimensioni e le caratteristiche della filiera della canapa in Italia;
- accertare se i derivati dalla cannabis sativa prodotti in Italia (ai sensi dell’articolo 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002) siano idonei a produrre efficacia drogante nel consumatore ed in quali limiti, sia in termini percentuali che quantitativi e con quali modalità; se dunque, possano essere ricondotti nel novero delle sostanze stupefacenti;
- approfondire la normativa vigente nel settore evidenziando eventuali contraddizioni e lacune;
- rilevare, attraverso una specifica rilevazione campionaria, opinioni ed esperienze dei produttori e distributori di canapa e prodotti da essa derivati. Il percorso di indagine campionaria esplorerà la percezione degli operatori del comparto rispetto allo stato di salute e le prospettive del settore e rispetto al sistema normativo in vigore;
- approfondire attraverso le testimonianze di un gruppo di opinion leader ed esperti, le peculiarità e la rilevanza economica del comparto produttivo e distributivo della canapa nel nostro Paese, le sue potenzialità e i nuclei di criticità, al fine di produrre un quadro di proposte di intervento finalizzate a valorizzare il comparto.
Non sarà quindi solo uno studio prettamente scientifico-da laboratorio. La molteplicità di aspetti richiede di approfondire anche la “ricostruzione del quadro teorico di riferimento attraverso l’approfondimento delle principali fonti bibliografiche, documentali e statistiche relative al sistema produttivo e al mercato della canapa legale nel nostro Paese“.
Focus principale da cui si partirà per tutto il resto, le dimensioni e le caratteristiche della filiera produttiva italiana della canapa, compresi cambiamenti ed evoluzioni durante gli anni.
L’aspetto tecnico-scientifico “ha come obiettivo gli effetti sui consumatori dei prodotti derivati dalla coltivazione della Cannabis Sativa L., di varietà iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole (articolo 17 direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002)“, quindi sui prodotti italiani nonché “realizzati esclusivamente secondo il protocollo disciplinare di produzione e trasformazione adottato dal nostro associato. Lo studio si propone di accertare se tali prodotti siano in concreto idonei a produrre efficacia drogante nel consumatore e se possono essere ricondotti nel novero delle sostanze stupefacenti“.
Per delineare al meglio questo punto si procederà in parallelo all’analisi della normativa in vigore a confronto con quella internazionale del settore evidenziando, ove esistessero, criticità e contraddizioni. Si procederà a un nuovo aggiornamento delle fonti e dei dati da istituti centrali di statistica nazionali e dagli osservatori e centri di ricerca.
L’indagine tra gli operatori del settore prevede la consegna di un questionario a 500 “attori” della canapa tra produttori, distributori ed esercenti.
Un questionario definito “semistrutturato ad alternative fisse predeterminate che consentirà un maggior numero di domande, un elevato tasso di risposta, una più efficace standardizzazione e una maggiore facilità di codifica e di analisi delle risposte“.
Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi
Intanto l’Associazione Canapa Sativa Italia sta dando il via alla campagna di sensibilizzazione, informazione e raccolta fondi per sostenere la ricerca portata avanti da Eurispes, ma non solo. Si tratta di “Adotta una pianta per sostenere la ricerca”, con piantine di canapa messe in vendita tra negozi e produttori.
I fondi raccolti serviranno anche a sostenere quelle aziende e quei negozi del settore che hanno sofferto gravemente in questo periodo carico di problemi e incertezze.
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